Sepolcri monumentali: la Conocchia e le Carceri Vecchie

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“Sepolcri monumentali: la Conocchia e le Carceri Vecchie”
a cura di Mariapia Statile

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[Foto nel testo ©Mariapia Statile]
La Conocchia e le Carceri Vecchie sono due sepolcri monumentali di età romana ubicati lungo il margine della via Appia.
Attualmente, il primo si trova nel comune di Curti, e il secondo nel comune di San Prisco.

La Conocchia si data intorno al II secolo d.C. circa. Il nome gli fu attribuito dalla tradizione popolare sulla base delle sue forme architettoniche.

Conocchia

Il monumento è composto da tre livelli sovrapposti per un’altezza complessiva di circa m 13. Nella parte bassa è compresa la camera sepolcrale molto semplice, che segue una pianta quadrangolare; all’interno è a ‘colombario’ (camera sepolcrale con diverse nicchie, così chiamata per l’analogia con le aperture lasciate per i colombi). I colombari, usati nella Roma antica, spesso erano decorati con stucchi e pitture), dunque, presenta undici nicchie dove venivano deposte piccole urne e/o olle contenenti le ceneri dei defunti. Al dì sopra della suddetta camera avente quindi una struttura a dado, si erge un corpo di forma quadrangolare, nel quale sono visibili gli spigoli a sezione semicircolare che in tal modo creano delle semicolonne sporgenti; ciascuna delle quattro pareti che si vengono a creare espongono tre nicchie: quella centrale ha una copertura a timpano, mentre le due laterali hanno una volta d’arco e sono di dimensioni minori.

Grazie ai disegni di Pirro Ligorio (architetto, pittore e antiquario italiano; 1513-1583), la Conocchia fu conosciuta fin dal XVI secolo circa. Infatti, tra il Settecento e l’Ottocento, il monumento fu il soggetto prevalente delle raffigurazioni ad incisione. Inoltre, nel 1790 Ferdinando IV di Borbone propose e si occupò del restauro, come testimonia la lapide posta a fronte del lato settentrionale.

Per quanto riguarda le Carceri Vecchie, il nome deriva dalla credenza popolare secondo la quale in questo edificio vi si trovassero le carceri dei gladiatori. In realtà si tratta di uno dei monumenti funerari più grandi della Campania.

Carceri Vecchie

La struttura si compone di un grande corpo di forma cilindrica con semicolonne di ordine tuscanico, che a loro volta reggono l’architrave; nell’intercolunnio – lo spazio compreso tra le colonne – si alternano nicchie di forma semicircolare con quelle di tipo rettangolare. Quest’ultime sono caratterizzate da una copertura a colonnette, rivestite in stucco e decorate con conchiglie. Al centro si erge un altro corpo cilindrico dal diametro inferiore e dalle proporzioni minori, sul quale sono visibili piccoli semipilastri formanti una fascia continua. Quest’ultimo oggi risulta in cattivo stato di conservazione.

Nella camera sepolcrale si accede mediante un corridoio, che a sua volta oggi risulta chiuso da un chiesetta ottocentesca dedicata alla Madonna della Libera.
La camera sepolcrale, invece segue una pianta a croce greca, i cui bracci hanno una copertura con volte a botte, mentre il riquadro centrale con volta a crociera e lucernari (finestra aperta nel tetto per dar luce all’interno). Oltre a ciò, sono visibili tracce della decorazione pittorica.
Inoltre, sotto uno dei suddetti bracci, si trova la camera ipogea (costruzione o ambiente sotterraneo, per lo più adibito a sepolcro).
La copertura è andata perduta: posta in corrispondenza della camera sepolcrale, si trattava di un coronamento a forma triangolare sostenuto da otto colonne.

 

Per info, modalità di visita, contatti:
Archeoclub Santa Maria Capua Vetere 
Mausoleo delle Carceri Vecchie

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