“Domus di Villa San Pancrazio – Scavi di Taormina”
a cura di ArcheoSisters
Taormina, 30/08/2018
Sole e sudore, fatica e stanchezza, passione e soddisfazione, queste e tante altre le parole che possono sintetizzare un’esperienza di scavo archeologico.
Spesso un archeologo si imbatte nelle fatidiche domande riguardanti lo scavo della terra, alle quali deve premurarsi di rispondere spiegando di non essere un contadino né un operaio. Per non parlare dello sgomento nel vedere due ragazze, come noi in questo caso, sporche, con scarpe antinfortunistiche e pantaloni multitasche, trasportare carriole e secchi avanti e indietro.
Almeno ci auguriamo che, nonostante sguardi incuriositi e/o sgomenti, prima o poi la gente impari a capire l’Archeologia.
Detto ciò vorremmo parlarvi non tanto di cosa significa scavare dal punto di vista archeologico, ma cosa spinge ciascuno di noi, aspiranti archeologi e non, a vivere esperienze del genere e quali segni lasciano.
Per raccontarvi tutto questo prenderemo in esame l’ultimo scavo a cui abbiamo partecipato presso Taormina, nella nostra Sicilia.
Le Domus di Villa San Pancrazio di Tauromenion
La fondazione di Tauromenion avvenne in un’epoca più tarda rispetto alla colonizzazione delle prime città della Sicilia: fu fondata da Dionisio I di Siracusa nel 396 a.C., subito dopo la distruzione della vicina Naxos, e affidata ai Siculi, per poi essere rifondata nel 358 a.C. da un gruppo di esuli di Nassioti guidati da Andromaco, padre dello storico Timeo.
Tralasciando i numerosi dati archeologici presenti nella città, vi forniamo alcune informazioni riguardanti le Domus.
I primi scavi, condotti dalla Soprintendenza di Messina dal 1978, nell’area sita tra via Pirandello e via San Pancrazio, parte di un hotel novecentesco, riportarono alla luce 26 ambienti di una domus romana, disposti intorno a un peristilio che delimita un ampio cortile. Successivamente l’albergo e il suo giardino con i resti archeologici, furono messi all’asta e acquistati da una società privata, la Luxury Collection S.r.l. che nel 2016 ha stipulato una convenzione con l’Università e la Soprintendenza BB.CC.AA. di Messina. Questa consentì la prosecuzione degli scavi con il restauro dei rinvenimenti e un progetto di valorizzazione, fruizione e comunicazione dell’area archeologica che, in futuro, verrà connessa anche alla struttura alberghiera da ristrutturare. Le nuove ricerche hanno consentito di rinvenire un intero quartiere residenziale d’età romana con strutture di epoche successive (fino al Medioevo) sovrapposte ad esso. A sud della prima Domus è stata individuata una strada lastricata e contenuta da un muro di terrazzamento. Questa divideva la Domus 1 da un’altra, più a sud, la Domus 2.
Campagna di scavi di luglio (2018)
Nello scorso mese di luglio è stata aperta una nuova campagna di scavo, a cui abbiamo avuto la possibilità di partecipare per due settimane.
Dopo essere stati suddivisi in squadre ci siamo occupati di pulire e indagare diverse aree di entrambe le Domus:
- DOMUS I: nei precedenti scavi, condotti tra il 2016-2017, erano già stati riportati in luce molti degli ambienti della ricca abitazione, tra i quali il cortile centrale con peristilio, l’ambulacro esterno e gli ambienti circostanti ricoperti di mosaici. Quest’anno, dopo aver individuato un ultimo strato all’interno del cortile delimitato a sud da un’imponente vasca, le indagini si sono spostate nell’area ovest, dove sono emerse delle tombe più tarde (probabilmente bizantino-medievali) sovrapposte ad altri ambienti del quartiere residenziale romano. Personalmente ci siamo occupate di un saggio nell’area S-O, dove abbiamo ritrovato un ambiente non ancora interamente indagato, con un crollo delle coperture, per comprendere in quale relazione si trovasse rispetto alle strutture della Domus.
- DOMUS II: a sud della prima, questa Domus era già stata individuata in tutta la sua parte settentrionale. Essa è dotata di diversi ambienti con intonaci dipinti alle pareti dalle decorazioni vegetali per lo più e piani pavimentali di diversa tipologia. Uno degli ambienti era ricoperto dal crollo della copertura di tegole, dunque si è proceduto con la documentazione e rimozione di questo per riportare alla luce il pavimento.
Esperienza personale
Non avevamo mai avuto prima l’occasione di scavare in un sito così variegato e ricco di storia: abbiamo avuto la possibilità di trovare piani pavimentali, muri, crolli di tegole mescolati a materiali, pulire mosaici, osservare da vicino ambienti termali, cisterne e tombe riportate alla luce e ancora monete, ossa, testoline fittili, ceramica di ogni tipo.
E mai una volta ci siamo sentite sfruttate, mai siamo state stremate, si scavava come in una famiglia condividendo tutto, venendoci tutti in soccorso e mantenendo sempre il sorriso sulle labbra anche nei momenti più faticosi.
Abbiamo avuto la fortuna di avere dei vicini di saggio gentili e simpaticissimi, con cui condividere canzoncine e problemi in corso d’opera!
Noi amiamo collezionare le magliette degli scavi e queste erano davvero originali, come i calciatori ognuno di noi aveva un numero: eravamo davvero una squadra!
Dobbiamo sicuramente ringraziare i nostri responsabili, sempre pronti a chiarirci ogni dubbio ma considerandoci loro pari senza farci mai sentire il peso dell’autorità.
Che dire? Sicuramente una delle esperienze che porteremo sempre nel cuore!
Per avere ulteriori notizie e rimanere sempre aggiornati su questo sito archeologico vi basterà seguire le pagine social su Facebook: Le Domus di Villa San Pancrazio e su Instagram: ledomusdis.pancrazio
Un consiglio per chi deve ancora provare un’esperienza di scavo? Vivetela ogni giorno con curiosità e desiderio di conoscenza, trasmettendo agli altri la stessa passione. Solo così la fatica non si farà mai sentire davvero e, una volta tornati a casa, non ci saranno rimpianti ma solo tanta nostalgia!
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Glossario:
Domus: abitazione urbana romana unifamiliare di tipo signorile. Esito dell’evoluzione e dell’ampliamento del modello residenziale rappresentato dalla capanna italica, in epoca repubblicana la domus è tendenzialmente circondata da alte mura continue ed articolata intorno ad un atrio (atrium, v.), preceduto da un ingresso (ostium, vestibulum e fauces) e circondato da una serie di ambienti sul lato e sul fondo (cubicula, alae, tablinum, hortus). A partire dalla tarda età repubblicana la domus si dota di nuovi ambienti derivati dall’architettura ellenistica, quali il peristylium, che le conferisce maggiore estensione e che determina uno spostamento del fulcro della vita domestica, mentre il settore gravitante intorno all’atrio resta il centro delle attività di rappresentanza. Nelle sue evoluzioni successive la domus si arricchisce di numerosi ambienti sussidiari (balnea, biblioteche, oeci, triclinia, diaetae, exedrae, xysti), estendendosi in ampiezza fino ad occupare in casi eccezionali interi isolati urbani (Fonte: www.archeologia.beniculturali.it, s.v.).
Peristilio/Peristylium: Porticato o colonnato che circonda un’area centrale generalmente scoperta (Fonte: www.archeologia.beniculturali.it, s.v.).
Tanagrine: statuette fittili cosiddétte dalla città di Tanagra in Beozia dove furono scoperte per la prima volta. Rappresentano delicate e aggraziate fanciulle, in molti casi danzatrici, coperte da una veste (chitone) di colore azzurro o rosa e da un mantello (himation) chiuso, generalmente bianco; le chiome, rosse o dorate, sono raccolte in acconciature particolarmente elaborate e spesso coperte da copricapo di fogge originalissime. Il modellato è meno raffinato che non nell’epoca classica, i visi hanno tratti minuti ma pieni di espressione, le pieghe dei panneggi più intricate, i colori più tenui e delicati (Fonte: www.pancucci.it/).
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