I tesori dell’Insula Occidentalis a cura di A. Randazzo

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“I tesori dell’Insula Occidentalis rivivono in una mostra all’Antiquarium degli Scavi di Pompei”
Recensione a cura di Alessandra Randazzo

Pompei, 13/09/2017

Pompei non smette di stupire. Tanti sono i cantieri aperti che daranno nuova luce a domus ed edifici chiusi da tempo e mostre che raccontano gli oggetti più preziosi ritrovati dentro. La nuova esposizione temporanea all’Antiquarium degli Scavi “TESORI SOTTO I LAPILLI. Arredi, affreschi e gioielli dell’Insula Occidentalis” ha come obiettivo quello di far riscoprire, attraverso i reperti esposti, il grandioso complesso di ville urbane dell’Insula Occidentalis di Pompei, situate all’estremità occidentale della città antica, rappresentanti, grazie anche alla loro scenografica costruzione degradante sul mare, il gusto e lo sfarzo del vivere romano in dimore eleganti. Qui gli arredi, gli affreschi e i mosaici sono i testimoni della sperimentazione e della raffinatezza dei proprietari che non disdegnavano i colti richiami intellettuali nei dipinti delle sale da banchetto o di stupire gli ospiti con affreschi rappresentanti lussureggianti giardini che si aprivano su spazi verdi in un’ideale di continuità. La mostra offre così al pubblico la possibilità di ammirare, in modo particolare, i preziosi reperti di una delle domus del complesso, la Casa del Bracciale d’oro, chiamata in questo modo per il ritrovamento di una bellissima armilla in oro dal peso di 610 grammi, con due teste di serpente che tengono tra le fauci un disco con la raffigurazione della dea della luna, Selene. La dea è ritratta nelle sembianze di una fanciulla con il capo coronato da una mezzaluna circondata da sette stelle mentre solleva le braccia per trattenere un velo rigonfio. Nella stessa vetrina del bracciale, vi è raccolto anche il tesoretto che portava con sé un altro fuggiasco, vittima dell’eruzione, composto da 40 monete d’oro e 175 d’argento. Tra le monete ne spicca una in particolare, esposta separatamente, con il volto dell’Imperatore Tito e la scritta “IMP XV”, utilizzata per festeggiare la quindicesima acclamazione imperiale del princeps, che avvenne, secondo gli storici, nel settembre del 79 d.C., quindi dopo la presunta eruzione del Vesuvio. La moneta, custodita presso il Museo archeologico di Napoli, è una delle tante prove che vorrebbero il tragico evento accaduto in autunno e non in estate.

Diverse furono le vittime ritrovate duranti gli scavi; tra questi anche due adulti e un bambino che cercarono riparo nel sottoscala di uno degli ambienti di servizio della Casa del Bracciale d’oro e commemorabii attraverso i calchi esposti realizzati dal Fiorelli. La casa inoltre era arricchita da un grande triclinio con raffinati affreschi (in mostra) con scene del matrimonio tra Alessandro e Rossane e di Arianna e Dioniso a Nasso, probabilmente delle scene di buon auspicio che alludono al tema delle unioni felici. Continuando nel percorso espositivo, realizzato dall’archeologa Luana Toniolo e dall’architetto Paolo Mighetto, è possibile ammirare anche un monumentale ninfeo, originariamente situato al piano inferiore dell’abitazione in un lussuoso triclinio aperto su un grande spazio verde, rivestito da mosaici policromi in pasta vitrea, conchiglie e schiuma di lava per suggerire l’idea di una grotta secondo la moda dell’epoca.

Grande assente, per motivi di spazio, la grande parete affrescata che ha reso celebre la Casa del Bracciale d’oro, attualmente eccezionalmente esposta all’Antiquarium di Boscoreale, rientrata da poco da una fortunata mostra a Parigi, “Jardins”, dove era in compagnia di altre importanti opere di Fragonard, Monet, Cézanne, Klimt, Picasso e Matisse.

 

Fonte articolo:
“Comunicato Stampa Parco Archeologico di Pompei”

 

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