Louvre Abu Dhabi apertura a novembre a cura di Caterina Pantani

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“Il Louvre Abu Dhabi è finalmente pronto: apertura prevista a novembre”
a cura di Caterina Pantani
23/10/2017

Il primo passo verso la realizzazione del “Progetto Abu Dhabi” è stato compiuto. Il piano consiste nella costruzione nell’isola di Saadiyat (a 500 m dalla costa di Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti) di tre grandi musei: lo Zayed National Museum, il Guggenheim Abu Dhabi, nonché il Louvre Abu Dhabi. Quest’ultimo, dopo undici anni di studio e lavoro, è stato ultimato e il presidente dell’Autorità del turismo e della cultura di Abu Dhabi, Mohamed Khalifa Al-Mubarak, ha annunciato l’imminente apertura al pubblico, prevista per l’11 novembre. Il museo è costato quasi 1 miliardo di euro, di cui solo 582 per edificare la struttura; il resto è stato necessario per pagare i diritti di utilizzo del marchio “Louvre” e per altre concessioni.  L’architetto che ha progettato il museo è Jean Nouvel, vincitore del premio Pritzker e acclamato come una delle “archi-star” del momento.

La punta di diamante del progetto è la cupola argentata di 180 metri di diametro, composta da quasi 8.000 singole stelle metalliche incastonate in un complesso disegno geometrico, così da creare un’ombra all’interno punteggiata da esplosioni di sole, proiettando dentro e fuori fasci luminosi, diversi a seconda dell’ora e della stagione. La cupola protegge, come una grande tenda, i singoli edifici all’interno: fa ombra di giorno e, di notte, con l’illuminazione, diventa un’oasi di luce.

La cupola non è stata scelta a caso: il museo deve accogliere e rappresentare ogni cultura e ogni tipo d’arte e religione, perciò l’architetto ha scelto una struttura usata e conosciuta in molte culture, dalla cristiana alla araba, creandone una versione originale e moderna.

Antico e moderno, tradizioni e avanguardia, acqua e terra, si scontrano e convivono; la modernità dei materiali con cui è fatta la cupola rimanda al passato. Le aperture geometriche sono realizzate intrecciando e sovrapponendo il materiale: l’effetto ottenuto si ispira molto la tecnica dell’intreccio delle foglie di palma, molto comune nel mondo arabo. Gli effetti di luce che la cupola crea all’interno ricordano invece la mashrabiya (Foto 5), un griglia lignea caratterizzata da figure geometriche e floreali che chiude delle aperture, porte o finestre. Questo sistema decorativo, che si trova sia nel mondo arabo, sia nel mondo nordafricano, è estremamente funzionale: Grazie al legno, le mashrabiye sono in grado di filtrare la luce e controllare il flusso d’aria: il legno non trattato infatti riesce a rilasciare e ad assorbire l’umidità (le particelle di acqua presenti nell’aria), fungendo da regolatore naturale del clima degli interni.  Fonte di ispirazione sono state le città arabe, caratterizzate da edifici squadrati e bianchi, a cui Nouvel ha posto sopra la grande cupola. L’obiettivo è quello di creare un’atmosfera di pace e di quiete, che non solo si possa percepire con gli occhi, ma anche sulla pelle; la cupola infatti, oltre al sistema di climatizzazione, crea un microclima fresco e piacevole. I pilastri delle opere di Nouvel sono infatti la luce, l’atmosfera, e il contrasto tra elementi della tradizione del luogo e elementi modernissimi.

Il Louvre Abu Dhabi si definisce museo “universale”, e non senza ragione: basta dare un’occhiata alle numerose tematiche affrontate nelle sale del museo, in cui non mancano alcuni reperti archeologici.

Le gallerie sono sia cronologiche che tematiche, e suddivise in 12 capitoli: “il Grande Atrio” è il primo percorso che narra i primi passi dell’umanità, allo sviluppo (“The First Villages”), fino alla costruzione di civiltà grandi e evolute, come quella egiziana e minoica (“The First Great Powers”), per poi arrivare alla storia greco-romana (“Civilations and Empires”). Saranno visibili sarcofagi egizi, i vasi minoici, ritratti del Fayyum e molto altro. Successivamente troviamo uno spazio relativo alla religione, dove saranno custoditi una pagina del Corano Blu di Kairouan, storica edizione del testo sacro islamico che risale ai secoli IX-X, una Bibbia gotica, una Torah e libri buddisti e taoisti. Da qui il percorso si sviluppo al mondo orientale e all’età moderna, fino all’età contemporanea, dove verrà esposta anche un’opera dell’italiano Giuseppe Penone, “Leaves of Light”.

Il fruitore potrà quindi viaggiare nel tempo, esplorando culture di ogni luogo e ogni epoca: dall’oriente all’occidente, dalla preistoria, all’età contemporanea. Nelle 23 gallerie allestite per la mostra permanente saranno esposte ben 600 opere d’arte, 300 delle quali prese in prestito temporaneamente da alcuni dei più importanti musei francesi. Saranno presenti quadri di Gaugain, Manet, Mondrian, Leonardo da Vinci, pannelli e opere provenienti dal Giappone e dall’Estremo Oriente, senza alcuna limitazione per le immagine sacre o per la nudità.  Sono state allestite sale aventi per oggetto il dialogo tra culture, dei temi universali, influenze tra civiltà.

Questo “museo dell’umanità” offre innumerevoli servizi: lo spazio dedicato alle esposizioni permanenti è di 6 000 m², mentre quello dedicato alle temporanee è di 2000 m². Vi è inoltre uno spazio per i bambini. All’interno troviamo un auditorium, un ristorante, una boutique e una caffetteria.

L’idea alla base del progetto è quindi la creazione di uno spazio universale che sia un ponte tra più culture, tra due mondi, quello occidentale e quello orientale, le cui fondamenta sono state gettate con la stretta di mano tra Emirati Arabi e Francia: l’accordo tra le due nazioni include, oltre alla concessione del nome del Musée du Louvre per 30 anni e 6 mesi, mostre temporanee per 15 anni e un prestito di opere per 10 anni, provenienti dal Musée d’Orsay, Louvre e Orangerie.

Una volta arrivata la notizia del progetto, le polemiche non si sono fatte attendere; molti francesi si sono opposti alla mercificazione del marchio “Louvre” e allo spostamento di molte opere. Numerose le controversie non solo per il trasporto, ma soprattutto per la conservazione delle opere in un luogo diverso dal solito. Anche se il museo ha un ottimo impianto di climatizzazione, il minimo problema agli impianti potrebbe creare molti danni, dato che all’esterno la temperature possono toccare e superare i 40 gradi.  Tuttavia, il presidente di Abu Dhabi Tourism & Culture Authority ha assicurato che sarà fatto il possibile per mantenere le condizioni ottimali per una buona conservazione. Per il presidente Mubarak e Tourism Development & Investment Company (TDIC) questo museo e il polo museale nella sua totalità incarnano e testimoniano la convinzione che le nazioni possano e debbano essere connesse, che si rispetti e si conservi la diversità e l’unicità di ognuno, sia culturale, sia religiosa, sia economica. L’isola Saadiyat diventerà presto quindi un’area interamente dedicata alla cultura, in cui si respirerà un’aria nuova, ricca di conoscenza, priva di barriere, un luogo fertile grazie agli stimoli che l’educazione alla diversità garantisce. Il Louvre Abu Dhabi è il primo frutto di una grande strategia culturale promossa da Abu Dhabi. La capitale degli Emirati Arabi sta investendo per diventare catalizzatore di cultura, creatività e conoscenza, e per differenziarsi da città vicine: Dubai ha puntato sul lusso, Doha sullo sport (la città è stata selezionata per i mondiali di Calcio 2022); Abu Dhabi ha scelto la cultura. Questa la via scelta dalla città per garantisti milioni di turisti all’anno.

Ovviamente i motivi non sono soltanto di natura economica: l’obiettivo del progetto Abu Dhabi non è solo raggiungere in modernismo e dinamismo le grandi metropoli occidentali, ma anche di attirare e formare nuove generazioni “open-minded”, favorendo il dialogo interculturale.

 

 

Sitografia:
www.jeannouvel.com/ 
www.louvreabudhabi.ae/
Building the Louvre Abu Dhabi | The B1M
Louvre Abu Dhabi: The Project – Louvre Abu Dhabi : Le Projet – Musée du Louvre
Louvre Abu Dhabi : Paysages
www.repubblica.it/viaggi/Louvre Abu Dhabi. Pronto il tempio della cultura, sfiderà il deserto
www.lastampa.it/Louvre Abu Dhabi, a novembre l’inaugurazione

 

RIPRODUZIONE RISERVATA ©OsservArcheologiA

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