Il Museo di Storia Naturale di Genova – Carmen Cannizzaro

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“Il Museo di Storia Naturale di Genova”
a cura di Carmen Cannizzaro

I musei sono luoghi d’esplorazione ricchi di storia, in cui si viene immediatamente catapultati in un altro ambiente o epoca.

Oggi vi parlerò del Museo di Storia Naturale di Genova, sicuramente adatto sia agli adulti sia ai più piccini.

Esso venne fondato da Giacomo Doria nel 1867, il quale ne fu direttore per oltre quant’anni. Il museo, inizialmente, era costituito dalle collezioni zoologiche donate dallo stesso Doria, provenienti dalla Persia e dall’Isola di Borneo e da due importanti collezioni ereditate dal Comune: la raccolta geologica e paleontologica del marchese Lorenzo Pareto e quella malacologica del principe Oddone di Savoia.

Successivamente, esplorazioni in Asia, Africa e America, effettuate da svariati studiosi, incrementarono con il tempo le collezioni (Museo di Storia Naturale, s.d.)

Oggi il Museo offre la possibilità di effettuare un viaggio sorprendente, costituito da itinerari storici e naturalistici. In un primo momento, il percorso propone l’esplorazione di aree dedicate ai primati e all’evoluzione dell’uomo, permettendo al visitatore di riuscire a comprenderne i punti in comune e le differenze fisiche e antropologiche. Grandi pannelli ricchi di schemi e didascalie permettono di comprendere, con semplici descrizioni, concetti scientifici importanti, come ad esempio quello che mostra le differenze culturali evidenziate tra le varie specie del genere Homo (l’uso del fuoco, la costruzione di capanne, gli usi relativi alle sepolture, la coltivazione ecc.).

La sala successiva mostra elementi geologici, chiariti da un pannello esplicante i caratteri geoarcheologici della città di Genova con relativa stratigrafia, diversi fossili, quali ammoniti e coralli, e reperti paleontologici relativi ai Dinosauri. Tra questi, denti, artigli, uova fossilizzate e frammenti di cute. Emergono in particolare omeri di Brontosauro e Vertebre di Camarasauro, provenienti dal Museo di Chicago. Il punto centrale della sala viene sormontato dall’intero scheletro di un esemplare di elefante antico, relativo all’Era Quaternaria e rinvenuto in un deposito di farina fossile a Grotte S. Stefano a Viterbo, nel giugno 1941.

Le numerose sale seguenti mostrano l’esposizione di scheletri e interi animali, conservanti mediante la tecnica della tassidermia. Molteplici specie pertinenti agli ambienti marini e terrestri si contendono una serie di vetrine, le quali evidenziano le differenze fisiche e osteologiche degli stessi. Il viaggio continua così con la scoperta di vari esemplari di foche, elefanti, leoni, orsi, iene e piccoli mammiferi.

La sala successiva si colora di blu, con l’esposizione di scheletri di Cetacei, che altro non sono che Mammiferi adattati a vivere in acqua. Nonostante ciò, i Cetacei respirano fuori dall’acqua, attraverso le narici situate nella parte superiore del cranio, con atti respiratori che sono molto meno frequenti che nei mammiferi terrestri, compensati da una respirazione più profonda. Un enorme cetaceo sovrasta il soffitto che conduce alle altre vetrine, che continuano a mostrare animali quali renne, cervi, cinghiali e lupi.

Una sala dedicata ai minerali interrompe la sequenza, con una raccolta, costituita anche dalla collezione mineralogica di Giovanni Battista Traverso, famoso ingegnere minerario, che vanta di 15.000 campioni mineralogici, i quali 5000 esemplari sono provenienti dalla Sardegna. L’attività estrattiva nell’Isola, dedita inizialmente all’estrazione di Piombo e Argento, risale addirittura al IV-V secolo a.C., al periodo, dunque, punico-romano.

L’itinerario si chiude con esposizioni legate al mondo marino e con una vastissima presentazione di diverse specie di colorate farfalle.

La capacità di riuscire a sorprendere è a mio avviso l’elemento che domina questo meraviglioso museo, racchiudente un immenso patrimonio storico-naturalistico.

Una mostra temporanea riguardante animali vivi con la speciale capacità di mimetizzarsi, come rane, insetti e aracnidi, completa questo straordinario quadro.

Bibliografia: 
Museo di Storia Naturale. (s.d.). Tratto da Genova Musei e Cultura: www.museidigenova.it

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