“Il Museo delle Navi di Fiumicino”
a cura di Mariapia Statile
Admin & Founder
[Foto nel testo ©Mariapia Statile]
Cari Amici ArcheOsservAtori con questo articolo vi porto al Museo delle Navi di Fiumicino.
Un museo che conserva relitti quasi completi: imbarcazioni di cabotaggio, o che risalgono il fiume, barche di pescatori, che ci raccontano la vita della Roma Imperiale, il lavoro di chi le costruiva, la vita di chi con esse ci lavorava.
Inoltre, è interessante la sua localizzazione poiché il Museo sorge nello stesso punto di rinvenimento delle imbarcazioni ovvero, all’interno dell’antico bacino portuale di Claudio e Traiano, il più grande porto dell’Impero Romano, avvenuto tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 durante i lavori di costruzione dell’aeroporto “Leonardo da Vinci” a Roma e della connessa viabilità. Furono scoperte ben otto imbarcazioni, una delle quali però non fu scavata visto il cattivo stato di conservazione, datate tra il II e l’inizio del V secolo d.C.
I relitti giacevano a ridosso del molo settentrionale, una zona dove probabilmente venivano abbandonate le imbarcazioni in disuso perché malridotte o troppo vecchie.
In un primo momento le strutture di legno delle imbarcazioni subirono un forte degrado poiché furono lasciate a contatto con l’aria. Si cercò di rimendiare coprendole con sabbia e teloni, poi fu scavata una trincea attorno al perimetro con dei passaggi trasversali sotto ogni relitto per costruire una struttura di legno in grado di sorreggere le fiancate. In seguito, fu costruito un hangar nell’area di ritrovamento dove vi furono trasportati i relitti che subirono le prime operazioni di consolidamento del legno e interventi di restauro. Nel 1976 fu realizzato il primo rilievo fotogrammetrico dell’intera collezione navale, e il Museo fu aperto al pubblico.
Successivamente secondo le nuove normative, l’edificio si rivelò inadeguato tanto che nel 2002 venne chiuso per poi riaprire nel 2021 secondo un progetto completamente rinnovato.
L’allestimento museale attuale è frutto del lavoro di restauro e bonifica che ha consentito la riapertura del Museo nel 2021 con un nuovo apparato multimediale assieme al percorso di visita articolato su due livelli e privo di barriere architettoniche. Al piano terra la visita inizia con le tre imbarcazioni fluvio-marittime (navi caudicarie: imbarcazioni utilizzate per il trasporto fluviale) usate per il trasporto lungo il Tevere, e la barca cd. Del pescatore (navis vivara: imbarcazione impiegata per la pesca). Inoltre, sono esposti i materiali recuperati durante gli scavi, che testimoniano il commercio e la navigazione, nonché la vita dei pescatori su quelle imbarcazioni.
Inoltre, troviamo il cantiere di restauro all’interno di una teca trasparente appositamente progettata, ben visibile ai visitatori ma non accessibile per ovvi motivi.
Infine, c’è una saletta multimediale con contenuti audio e video riguardo il Porto e la navigazione antica.
Il livello superiore è costituito da una passerella che consente di avere una visuale aerea e panoramica eccezionale di questi reperti, apprezzandone il fasciame interno.
Si tratta della più importante collezione di navi romane del Mediterraneo: 5 relitti quasi completi nella chiglia, e due frammenti di fiancate, che appartengono a tre diversi tipi di imbarcazioni. Si sono conservate soprattutto nelle strutture di fondo, ovvero la chiglia e la carena poiché essendo impregnate d’acqua sono rimaste sigillate dai depositi portuali. Tutte sono state costruite con la tecnica a guscio portante: prima collegavano il fasciame, quindi il guscio, alla chiglia, poi le ordinate (le sezioni trasversali della carena) venivano inserite nello scafo in un secondo momento così da rinforzare il tutto.
La Fiumicino 1 è una nave caudicaria (imbarcazione utilizzata per il trasporto fluviale), una chiatta fluviale, quindi con fondo piatto, chigliata, e murate alte; veniva utilizzata per il trasporto interno nel collegamento tra Ostia, centro amministrativo del porto, nonché per il trasporto verso Roma lungo il Tevere. Grazie al fondo piatto e l’ampia stiva era usata per alleggerire le grandi navi commerciali (navi onerarie: grosse navi da carico), quindi per il trasporto delle merci sul Tevere da e verso Roma.
La Fiumicino 2, anch’essa una nave caudicaria, è in fase di restauro. Infatti, è situata nella teca trasparente appositamente progettata per interventi di restauro e manutenzione che, a sua volta, si inserice nello spazio espositivo del museo quindi, è ben visibile al visitatore ma non accessibile per ovvi motivi. Grazie al fondo piatto e l’ampia stiva, la Fiumicino 2 era usata per alleggerire le grandi navi commerciali (navi onerarie: grosse navi da carico), quindi per il trasporto delle merci sul Tevere da e verso Roma.
La Fiumicino 4 nave da mare, piuttosto piccola, forse da cabotaggio.
La Fiumicino 5 è una piccola barca da pesca a remi, una navis vivara (imbarcazione impiegata per la pesca) infatti, cd. del pescatore, che era dotata di un comparto centrale per mantenere vivo il pescato, munito di fori sul fondo per il ricambio dell’acqua, il cui flusso era regolato da tappi in legno di pino.
Le fiancate della Fiumicino 5 e della Fiumicino 6
Vi sono inoltre, alcuni strumenti nautici esposti, quali una bitta, una marra d’ancora e un peso da scandaglio:
Al piano terra sono esposti anche i materiali recuperati durante gli scavi che testimoniano il commercio e la navigazione, nonché la vita dei pescatori, per niente facile su quelle imbarcazioni. Infatti, la navigazione poteva durare molti giorni prima di fare scalo e il lavoro a bordo era faticoso insieme al rischio costante di naufragio. Questi oggetti ci raccontano la vita di bordo scandita dalle complesse attività dalle manovre di navigazione al controllo della stabilità del carico, e da momenti di riposo, come si evince dal ritrovamento di dadi e pedine, oppure oggetti legati alle pratiche religiose.
Altri elementi esposti ci testimoniano la presenza del Porto in tutta la sua fondamentale importanza. All’inizio del I sec. d.C. Roma sfiorava il milione di abitanti e gran parte delle derrate necessarie transitavano a Ostia che presto divenne insufficiente e inaccessibile alle navi più grandi, Così nel 46 d.C. l’imperatore Claudio decise di far costruire un porto a 3 km da Ostia costituito da due moli che chiudevano un bacino di 150 ettari con ingresso indicato da un faro, e due canali di collegamento con il Tevere per facilitare i trasporti: il Portus Ostiensis Augusti, che fu inaugurato da Nerone ma risultava troppo grande. Pertanto Traiano fece costruire un bacino esagonale di 36 ettari che ben presto divenne una città funzionale per lo sviluppo di Roma, mantenedo infatti la sua funzione fino all’alto Medioevo.
Partiamo dal Sesterzio di Traiano, una moneta molto rara, coniata tra il 112 eil 114 d.C. dall’omonimo imperatore, per celebrare l’inaugurazione del grande porto da lui voluto.
Le due facce della moneta ci presentano da un lato il profio dell’imperatore, e dall’altro il bacino esagonale: meravigliosa opera ingegneristica, commissionata all’architetto Apollodoro di Damasco: forma simmetrica grande circa 33 ettari funzionale all’attracco delle imbarcazioni, e dotata di grandi magazzini per le merci. Oggi è ancora visibile e mantiene la denominazione antica dettata dalla sua funzione, che è “Porto”, proprio ad indicare il porto per antonomasia dell’antica Roma.
Poi troviamo la copia in gesso dell’originale romano in marmo bianco del Rilievo di Porto, così denominato poiché fu rinvenuto a Porto tra il 1863 e il 1864 nel Palazzo Imperiale presso il bacino esagonale. Il rilievo raffigura due navi che stanno entrando in porto: quella di sinistra entra a vele spiegate; la vela principale presenta la rappresentazione della Lupa con Romolo e Remo come simbolo di Roma, e le lettere V e L forse pertinenti al Votem Libens, “voto fatto liberamente” che richiama la scena di sacrificio che si svolge a poppa. Invece, l’altra nave è rappresentata ormeggiata ad un anello della banchina e sullo sfondo, monumenti della città. Inoltre, vi sono scene della vita di bordo.
Il rilievo si data intorno agli inizi del III sec. d.C.
Altro Rilievo è quello con la raffigurazione del faro e la personificazione del porto ritrovato presso la Necropoli di Porto all’Isola Sacra. Datazione: II-inizi III sec. d.C. Marmo.
Altro reperto rinvenuto presso la Necropoli di Porto all’Isola Sacra, è questa fronte di sarcofago con scene di vita quotidiana. Datazione: III sec. d.C. Marmo.
Infine, ecco un brevissimo tour del Museo: clicca qui per vederlo!
Info utili:
Via Alessandro Guidoni, 00054 Fiumicino (RM)
Orari
Tariffe
Il biglietto di ingresso può essere acquistato presso la biglietteria del Parco Archeologico di Ostia Antica.
Presso la biglietteria è possibile effettuare esclusivamente il pagamento con Bancomat e Carta di Credito. L’acquisto dei biglietti con pagamento in contanti non è disponibile.
In alternativa, si può acquistare online: Acquisto online del biglietto
Sitografia:
Ricostruzione dei relitti – www.ostiaantica.beniculturali.it
Gli interventi di restauro – www.ostiaantica.beniculturali.it
Bibliografia:
F. Avilia, Atlante delle navi greche e romane, 2002
Biblioteca Ostiense
R. Bianchi Bandinelli, Il maestro delle imprese di Traiano, Roma 2003
R. Bianchi Bandinelli, Roma. L’arte al centro del potere (dalle origini al II secolo d.C.), R. Bianchi Bandinelli, Il maestro delle imprese di Traiano, Roma 2003
R. Bianchi Bandinelli, Roma. L’arte al centro del potere (dalle origini al II secolo d.C.), vol. 1, Milano, 2005
M. Bonino, Navi mercantili e barche di età romana, 2015
G. Cascarino, Navi di Roma. L’arte del dominio del mare, 2021
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