Cava Ranieri: una storia di archeologia e impegno civile

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recensione a cura di Mariapia Statile
admin e founder OsservArcheologiA

Francesco Servino, giornalista e attivista nell’area vesuviana, nonché legale rappresentante dell’Associazione di Promozione Culturale “Arcadia”, ha sottoposto all’attenzione di OsservArcheologiA la sua pubblicazione: Cava Ranieri. Dall’abbandono alla riscoperta edito dall’Associazione di Promozione Culturale “Arcadia” con il Patrocinio del Ministero della Cultura e il supporto del Parco Archeologico di Pompei. 

Ho accolto molto volentieri questo libro di Servino, considerando il suo impegno civile e divulgativo volto alla valorizzazione dell’area archeologica in questione e al cittadino, che si configura come parte integrante nello sviluppo e nella realizzazione di tale intento. Infatti, come riporta in un intero capitolo dedicato, sono stati gli stessi attivisti che hanno evidenziato le potenzialità di questo luogo riportando l’attenzione sulla riqualificazione date le condizioni di degrado in cui versava la zona. 

Cava Ranieri è un’area naturalistico-geologica che rientra nel Parco Nazionale del Vesuvio in località Boccia al Mauro a Terzigno, comune della Città Metropolitana di Napoli, che ha restituito ben due ville romane risalenti al II sec. a.C., più una terza ancora da scavare, sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e riportate alla luce a partire dagli anni ‘80. Alcuni dei reperti provenienti dalle zone indagate sono esposti presso il Museo Archeologico Territoriale di Terzigno.

Precisamente negli anni Duemila, nonostante il loro valore storico, si temeva che le cave di Terzigno e del Parco, diventassero le discariche per l’intera Campania! Una catastrofe che fu evitata grazie alla mobilitazione dei cittadini.
Dunque, la pubblicazione di Servino ha l’obiettivo di preservare l’impegno civico di tutti coloro che si sono attivati per tutelare e valorizzare il sito e, allo stesso modo, vuole essere un resoconto organico e scientifico sull’area archeologica di Cava Ranieri, il tutto attraverso la sua testimonianza diretta in qualità di giornalista e attivista per il territorio di Terzigno, supportata dalla ricostruzione storica delle azioni intraprese dagli attivisti sulla base delle fonti giornalistiche, insieme al materiale inedito come le relazioni redatte dai primi archeologi che vi operarono nei primi anni ’80. 

Il testo si presenta con un linguaggio divulgativo che predilige spiegazioni semplici scevre da tecnicismi così da essere facilmente comprensibile anche ai non addetti ai lavori.
Tuttavia, la chiarezza espositiva risulta sempre bilanciata a favore di un ricercato rigore scientifico: due elementi ben intrecciati volti a restituire una narrazione fatta di impegno civile, grandi scoperte da parte degli archeologi, figure locali e associazioni, uniti dal fine comune di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica: una lotta simbolo di riscatto sociale per il territorio.
Per tutti questi motivi, la pubblicazione di Servino merita di essere letta, conosciuta e diffusa, così che possa essere memoria storica, contributo scientifico, monito per gli enti locali, ispirazione per i giovani e incoraggiamento per gli ambientalisti.

Grazie alla dedizione degli abitanti di Terzigno e di Boscoreale, volta alla riscoperta unitamente alla tutela e valorizzazione, il sito sarà trasformato in un Parco Archeologico, Geologico e Naturalistico. 

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Francesco Servino
Cava Ranieri. Dall’abbandono alla riscoperta, 2025
ISBN ‏979-8312931013
ASIN B0DZC2CCTN

 

 

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