Antica Sutri: evidenze archeologico-rupestri

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“L’antica città di Sutri nelle sue evidenze archeologico-rupestri”
a cura di Mariapia Statile

Admin & Founder

Sutri, 17/08/2021 

Ciao Amici!
Il mese scorso sono stata al Parco Archeologico dell’Antichissima Città di Sutri.

Prima di leggere l’articolo, vi ricordo alcune regole fondamentali sia per il vostro fido sia per il luogo culturale che visiterete:
✓ assicuratevi che la visita non risulti troppo stressante per noi fido, quindi, sono da prediligere in nostra compagnia, luoghi all’aperto, come aree archeologiche, parchi, giardini così che possiamo usufruire della moltitudine di odori presenti all’aria aperta
✓ camminiamo insieme sempre con il guinzaglio
(io ho tolto il guinzaglio solo per scattare qualche foto!)
✓ è consigliabile la museruola per i fido di taglia grande
✓ è fondamentale portare con sè gli appositi sacchetti per le deiezioni ed essere strategici, ossia, fateci fare un bel giro prima di entrare in qualsiasi luogo pubblico così che possiamo “liberarci” evitando spiacevoli inconvenienti!
✓ Infine, non dimenticate il nostro libretto sanitario e che sia in regola con le dovute vaccinazioni

A presto e buona gita,
MeLa

P.s. Altre info utili le trovate cliccando >QUI<

[Foto nel testo ©Mariapia Statile]
Il Parco Archeologico dell’Antichissima Città di Sutri è situato tra le falde dei Monti Sabatini (a sud-ovest) e dei Monti Cimini (a nord-est), e sorge su un acrocoro tufaceo, a sua volta generato dall’accumulo delle colate piroclastiche del cratere vulcanico di Vico che caratterizza gran parte del territorio circostante: enormi spessori piroclastici depostiper un raggio di oltre 25 km, tra cui il più diffuso è il “tufo rosso a scorie nere”, molto compatto e resistente all’erosione dell’acqua e/o del vento, elemento fondamentale per la conservazione dell’intera area archeologica. 

Altra caratteristica del tufo rosso a scorie nere, è la lavorabilità: non a caso sono presenti ben 64 tombe rupestri che costituiscono la necropoli urbana più consistente di età romana nel territorio etrusco-falisco.
Le tombe si estendono su diversi livelli per un centinaio di metri e oltre. Si tratta di tombe a camera, doppia camera, con nicchie, precedute da un ingresso ad arco.
Purtroppo, a partire dall’età medievale, furono fortemente saccheggiate e modificate e ciò rende difficile stabilire la datazione esatta. Sulla base di quanto è giunto sino ai giorni i nostri, gli storici concordano per un uso della necropoli dal I secolo a.C. al III-IV secolo d.C.

Si presenta scavato nella roccia tufacea anche il Mitreo, edificio pagano dedicato al culto del dio Mitra, poi con l’avvento del Cristianesimo, divenne una Chiesa che prima fu dedicata a San Michele Arcangelo, e successivamente, alla Madonna col Bambino, conosciuta come Santa Maria del Parto.

Entrando sono visibili gli affreschi meglio conservati che raffigurano la Madonna col Bambino tra San Michele e San Giacomo di Compostela, la leggenda di San Michele sul Monte Gargano, e San Cristoforo con Gesù Bambino. 

Superando questo ambiente, si accede all’area di culto costituita da una navata principale e due laterali più strette. Il soffitto e le pareti presentano affreschi molto deteriorati dal corso del tempo. Nella nicchia di fondo troviamo la rappresentazione della Natività che, nei primi del 1300, sostituì un bassorilievo con la raffigurazine del dio Mitra nell’intento di sacrificare il toro cosmico.

Sul lato sinistro della foto si vede la scaletta che conduceva, e costituiva, l’ingresso originario del Mitreo. Attualmente si entra dalla parte opposta poiché quando fu trasformato in Chiesa, i fedeli non potevano di certo entrare dall’altare così come voleva l’ingresso originario, allora realizzarono una nuova entrata.

Anche l‘Anfiteatro è stato interamente realizzato scavando la collina tufacea che sorge ai piedi del Bosco Sacro, tra il I secolo a.C. e I secolo d.C. 

“Troverai più nei boschi che nei libri, gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà”
Così insegnava San Bernardo di Chiaravalle, il padre spirituale dei Cavalieri Templari, riprendendo un pensiero proprio del Paganesimo.
Nell’antichità si credeva infatti, che i boschi e le grandi foreste, fossero popolati da dei e numi, ninfe, fauni e satiri, tutte personificazioni simboliche dell’eterna capacità di rinnovamento della natura.

Il Parco dell’Antichissima Città di Sutri custodisce una lecceta secolare testimone centenaria di paesaggi storici e di vicende legate alle varie famiglie che qui vi sono passate, un pensatoio naturale che stimola la suggestione del viandante e lo avvicina alla spiritualità che caratterizza il luogo.

 

Bibliografia:
consultabile sul sito del Comune di Sutri cliccando >QUI<

Per info visita guidata Anfiteatro e Parco Archeologico:  www.archeoares.it/anfiteatro-e-parco-archeologico-di-sutri/
Per info, news, appuntamenti:  www.parchilazio.it/sutri

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1 commento

  1. […] _______________ Letture consigliate: giardino, s.v., in Enciclopedia Treccani A. Tagliolini, Storia del giardino italiano. Gli artisti, l’invenzione, le forme dell’antichità al XIV secolo, 1994 M. Statile, L’antica città di Sutri nelle sue evidenze archeologico-rupestri, in OsservArcheo… […]

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